Catania, aria di “Primavera”. E ne avevamo tanto bisogno!

E’ un momento delicato, insopportabile, che innervosirebbe anche un monaco buddista. Proprio per questo, i primi venti di scirocco che annunciano la primavera ci riportano con orgoglio e immediata fiducia da riporre nel futuro a un’altra Primavera, quella di Giovanni Marchese.

I rossazzurrini volevano riscattare il passo falso interno con la Virtus Francavilla (2-3), oltre i demeriti dimostrati in campo, ma avevano di fronte un avversario forte su tutti i reparti, ben messo in campo, ostico e difficile da scardinare. Il rigore fischiato dall’arbitro Pasqua e realizzato da Cusumano avrebbe steso un toro ma…non un elefantino! Prima Lo Duca ha rimesso la gara in sesto, dopo il raddoppio calabrese firmato Schimmenti al 75′, Di Stefano ha acciuffato il pareggio finale trascorsi appena 3′ di gioco. 

I rossazzurrini hanno dimostrato voglia, carattere e piedi buoni, da estrarre anche sabato 1° maggio nel match casalingo a Torre del Grifo contro il Monopoli appaiato in classifica con 14 punti e al 4° posto, coabitato coi rossazzurrini. Il viatico per il futuro, almeno per questo futuro, è radioso.

TABELLINO: 

Catanzaro-Catania 2-2
Reti: pt 38° Cusumano (CZ) su rigore, 41° Lo Duca; st 30° Schimmenti (CZ), 33° Di Stefano.
 
Catanzaro – Iannì; Scavone (18°st Talarico), Napoli, Bolognino, Megna, Lombardi, Schimmenti, Borgesi (26°st Iseppon), Cusumano, Cristiano (26°st Martino), Maiore (20°st Merante). A disposizione: Camastra; Funaro, Gualtieri, Viotti, Santacroce, Ferrara, Belpanno, Rizzuto. Allenatore: Spader. 
 
Catania – Coriolano; Caracò, Lo Duca, Panarello, Iuculano (30°st Aquino), Sciuto (15°st Currò), Tropea (30°st Mignemi), Limonelli, Russo, Le Mura, Di Stefano. A disposizione: Vadalà; Nicotra, D’Angelo, Fichera. Allenatore: Marchese. 
 
Arbitro: Enrico Pasqua (Vibo Valentia).
Assistenti: Giovanni Nicoletti (Catanzaro) e Giuseppe Sabato (Catanzaro).
Ammoniti: Cristiano, Martino e Schimmenti (CZ); Coriolano, Lo Duca e Tropea (CT).
Tempi di recupero: pt 1′; st 4′.
CLASSIFICA:
CATANZARO 19
PALERMO 19
V. FRANCAVILLA 15
CATANIA 14
MONOPOLI 14
BISCEGLIE 8
BARI 7
VIBONESE 4
 

(foto: stadionews.it)

Foggia, il dt Corda: “Battere il Catania per difendere il settimo posto”

Il Foggia ha un solo obiettivo: centrare i play-off piazzandosi al settimo posto, battendo il Catania e allontanando definitivamente i fantasmi di Palermo e Teramo:

“Ora pensiamo alla sfida con il Catania di domenica allo “Zaccheria”, i ragazzi hanno bisogno di essere incoraggiati perché stanno disputando un campionato eccezionale e dobbiamo difendere il settimo posto – ha dichiarato il direttore tecnico del Foggia, Ninni Corda ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”-. Contiamo di recuperare in vista del 9 maggio (data in cui inizieranno i play-off, ndc)“.

(fonte foto: Foggiasport24)

Foggia, play-off e rossazzurro: un binomio che li terrorizza. Vedi Paternò

Correva l’anno 2002. Il Foggia arrivò in finale play-off, si giocò il 9 giugno (data molto cara anche ai tifosi del Catania che festeggiarono contemporaneamente la promozione in Serie B a Taranto). A sfidare i satanelli il Paternò, una corazzata che proponeva un calcio-champagne ultra-offensivo, magistralmente orchestrato da un tecnico visionario e predestinato ai grandi palcoscenici: Pasquale Marino.

A Foggia non hanno mai dimenticato quella cocente sconfitta anche se, l’anno dopo e proprio con Marino in panchina, si sono rifatti centrando la promozione in Serie C1. Paternò è rossazzurra, come il Catania, unici due casi in Italia. Il presidente del club era Lo Bue, Dispinzieri fisioterapista, Claudio Cammarata nelle vesti di segretario generale, Ciccio Sotera il saggio direttore sportivo e la rosa vantava nomi altisonanti: da Nicola Polessi, una saracinesca tra i pali, a Gaetano Calvaresi, attaccante dotato di gran classe, all’estro di Giuseppe Pagana e poi Calà Campana, Di Dio, D’Aviri, Del Giudice, volti noti ex Catania.

Il Foggia, per blasone e bacino d’utenza sembrava poter fare un sol boccone del Paternò invece la squadra di Pasquale Marino, che veniva indicata dagli addetti ai lavori anche fuori dai confini nazionali, come un vero e proprio caso sportivo perché offriva un calcio innovativo e spumeggiante, impattò sia allo Zaccheria che al Falcone-Borsellino, festeggiando la promozione in virtù del miglior piazzamento nella regular season. Altro che piccolo Barcellona!

Il Foggia insegue i play-off, sperando di battere il Catania per garantirsi il settimo posto e rispedire indietro le velleità di Palermo, appaiato a 50 punti, e dell’altra inseguitrice, il Teramo, fermo a 49. Ma quando il Foggia vede rossazzurro trema! Parola di Paternò. E parola di Catania, si spera.

(fonte foto: zonafranca.me)

Ferraù: “SIGI e Tacopina hanno un solo interesse: rilanciare il Catania”
Di pochi minuti fa il chiarimento social dell’avvocato Giovanni Ferraù, Presidente della SIGI, che ha parlato di una  comunione d’intenti con Joe Tacopina mai tramontata che fa da contraltare al comunicato ufficiale diramato ieri dalla stessa SIGI attraverso Futura Production, Ufficio Stampa della società:
 
“SIGI e Joe Tacopina hanno sempre avuto un comune interesse, rilanciare il Calcio Catania, da subito, dalla stagione in corso.
Termini, condizioni, certificazioni, risposte sono degli ostacoli tecnici da superare insieme per il bene unico del Calcio Catania!”.
(foto: calciocatania.it)
Programma settimanale in vista di Foggia

Il Catania ha svolto nel pomeriggio, a Torre del Grifo, il primo allenamento in vista della gara con il Foggia in calendario domenica alle 20.30 allo stadio “Pino Zaccheria”. Dopo l’attivazione e i “torelli”, il gruppo si è dedicato ad esercitazioni tecniche. In chiusura, lavoro di scarico per i calciatori schierati domenica contro la Casertana e 45′ di gioco con la Primavera per tutti gli altri rossazzurri disponibili. La preparazione al prossimo incontro proseguirà da domani a venerdì con tre sedute mattutine e si concluderà sabato con la rifinitura in trasferta.

(Foto fonte CalcioCatania.it)

Paga sempre il tifo Rossazzurro

È dura la vita per il tifoso catanese, abituato a soffrire nelle serie minori e nei campi polverosi. Dopo l’estate del 1993 in cui il Catania rischiò di scomparire, poi salvato da Massimino, con l’avvento di Gaucci e Pulvirenti sembravano passati gli anni peggiori. 

Ma dopo le promozioni e i grandi campionati in serie A, i supporters “Rossazzurri” sembrano essere stati condannati a un esilio di sofferenza che non ha nulla a che vedere con il calcio giocato. 

Tutto ebbe inizio nell’estate 2015, con l’inchiesta de’ “I Treni del gol” che vedeva il Catania protagonista di presunte compravendite di partite nel campionato di serie B, dopo un’annata già disgraziata di suo con l’avvento di Pablo Cosentino a distruggere una macchina quasi perfetta.

Dopo la retrocessione d’ufficio in serie C e con la paura della radiazione, i tifosi hanno continuato a sostenere i colori, pur non condividendo la proprietà.

Dalla stagione 2015/16 i supporters etnei si ritrovavano a vagare per i campi della terza serie, subendo lo sbeffeggiamento delle presunte partite acquistate, ma senza trovare un vero colpevole, apparte la squadra.

Con i risultati che andavano a singhiozzare e un ritorno di Lo Monaco che provava a risanare delle casse in piena crisi, i tifosi etnei nell’ estate del 2018 sembravano pronti a vedere una luce fuori dal tunnel, grazie a un ripescaggio in serie B addirittura festeggiato dalla dirigenza etnea con sfilate al “Massimino” e interrotto subito da una riforma che riduceva a 19 squadre la serie cadetta.

Iniziava così un altro anno in serie C, con tutte le tifoserie avversarie che sbeffeggivano la “falsa” festa promozione degli etnei.

Se il campo non ha regalato molte emozioni, l’extracampo poteva solo andar peggio, con l’AD del Catania Pietro Lo Monaco che inneggiava al risanamento economico, esclamando: “Il Catania sta tornando”.

Proprio a qualche mese di distanza da queste parole, l’impero di Pulvirenti si sgretolava in maniera inesorabile, con il fallimento dei suoi asset e della stessa squadra.

E così per l’ennesima volta il tifoso rossazzurro, si è ritrovato preso in giro e obbligato a sperare che il tribunale potesse avere clemenza.

Dopo mesi di sofferenza nel Luglio 2020, gli imprenditori catanesi della Sigi, acquistano il Catania ad un passo dal fallimento e fanno tirare un sospiro di sollievo alla città. La stessa città che qualche mese dopo ha aperto le porte all’avvocato statunitense Tacopina, accolto dalla Sigi e dal sindaco di Catania come futuro presidente rossazzurro.

Questo sembrava essere il momento giusto per tornare a sperare in un futuro migliore, con l’avvocato statunitense che parlava di risalita in serie A e con una società che apriva a un passaggio di proprietà già a dicembre 2020.

Ma dopo mesi di ipotetiche date del paesaggio di proprietà, preliminari, accordi con gli enti e sfilate a Torre del Grifo, ci ritroviamo a fine campionato, con la Sigi che continua ad attendere risposte per il risanamento del debito e un Tacopina stufo di attendere. 

A farne le spese è il solito tifoso del Catania, che nell’ estate 2020 aveva anche organizzato una colletta per mandare la squadra ai playoff. Tanta passione sprecata a dover seguire le vicende che avvengono dietro a delle scrivanie e non dentro ad un campo, dando credito alle tante promesse ma a nessuna rassicurazione.

 

(foto fonte Wikipedia)

 

 

 

SIGI: “Le ragioni del mancato closing entro le date previste non sono dipese da SIGI”
Pochi minuti fa, la SIGI ha rilasciato un comunicato stampa in risposta alla lettera di Joe Tacopina:
 
“SPORT INVESTMENT GROUP ITALIA SPA
COMUNICATO STAMPA
SIGI, alla luce del comunicato stampa di Joe Tacopina, ritiene di dovere dare la propria voce, senza polemica e tenendo presente l’unico movente vero e permanente, cioè l’amore per il Calcio Catania.
In questo momento nevralgico in cui la Squadra deve rimanere concentrata per raggiungere obiettivi sportivi che solo alcuni mesi fa apparivano insperati, perché insperata era la stessa sopravvivenza del glorioso Club, si sarebbe fatto volentieri a meno di esporla ed eventualmente destabilizzarla.
 
Le ragioni del mancato closing entro le date previste, si tiene a precisare e com’è a conoscenza di tutti, non sono dipese da SIGI che ha sempre e senza sosta lavorato per l’avveramento delle condizioni del contratto, tra cui le transazioni, fiscale e con il Comune di Mascalucia.
 
L’Investitore ha sempre saputo che entrambi gli aspetti richiedevano procedimenti legali con tempi non definibili a priori e, soprattutto, non definibili da SIGI, che solo ha potuto profondere impegno e dedizione senza risparmi di energie, e attendere con fiducia il lavoro, altrettanto impegnativo, degli uffici competenti. Per cui è riduttivo parlare di mancata consegna dei documenti da parte di SIGI, invece che, più correttamente, di non avveramento delle condizioni previste nell’accordo, indipendentemente dalla diversa volontà di SIGI.
 
Non attendere ciò che legalmente si deve attendere e si è sempre saputo di dover attendere, è una scelta di Joe Tacopina che avrà le sue motivazioni e di cui si deve prendere atto.
Occorre chiarire che la recentissima immissione di risorse da parte di Tacopina ha una causale giuridica, diversa dal preliminare di vendita delle azioni e che SIGI non ha mai avuto formalmente l’evidenza dei fondi da parte dell’acquirente, necessari per il reale salvataggio della Società.
 
Si rispetta la decisione di Joe ma, a fronte di una situazione notevolmente migliorata, sarebbe bastata una proroga, ampiamente giustificata da recenti sviluppi di segno positivo e dalla mancanza di colpe di SIGI, piuttosto che un invito a rimetterci tutti “attorno ad un tavolo”.
 
SIGI, che com’è noto finora ha investito ben più di Tacopina nel progetto, non s’è mai, anche nei momenti più bui, tirata indietro e continuerà con ogni mezzo nel proprio intento, recependo manifestazioni di interesse, da chiunque provengano, anche da Joe, che sarà il benvenuto, a condizione che collimino con la volontà di salvataggio della Società cui ugualmente e con rinnovata energia si continuerà a dedicare.
Tutto questo per amore di verità.
 
Lo dice anche SIGI: “Forza Catania sempre”.
 
Ufficio Stampa Sigi – Futura Production”.
 
(fonte foto: calciocatania.it)
Finale pirotecnico: dai Catania!

Come recita un tormentone estivo ci vuole calma e sangue freddo: Calma! Adesso è tempo di restare con i piedi per terra, finire la stagione nel migliore dei modi ovviamente sperando in una serie di incastri che favorirebbero il Catania in vista play-off.

Domenica tutta da seguire con tre partite che daranno sicuramente spettacolo vista la posta in palio delle formazioni in questione. Iniziamo con Bari-Bisceglie una sorta di derby-spareggio per le due compagini dove da un lato gli uomini di Auteri, tornato a sostituire Massimo Carrera dopo il pareggio interno dei galletti contro il Palermo per 2-2, devono vincere per assicurarsi il quarto posto anche se il ritorno del tecnico aretuseo ha portato una secca sconfitta per 3-0 in terra campana contro la Turris .dall’altra parte il Bisceglie si gioca la partita della vita con la possibilità in caso di vittoria di superare la Paganese impegnata a Caserta che cerca punti per la matematica partecipazione ai play-off.

Una girandola di emozioni nell’ultimo turno dove il Catania deve solo guardare in casa propria e cercare di conquistare l’intera posta in palio allo Zaccheria di Foggia poi quel che verrà sarà tanto di guadagnato.l’ottimismo è il profumo della vita e qua a Catania ce n’è davvero tanto per le vicende societarie dentro e fuori dal campo.

Fonte foto ( Foggiasport24)

Ultimatum Tacopina?

La lettera del businessman americano Joe Tacopina arrivata in mattinata, ha sicuramente scosso l’intero ambiente rossazzurro in trepidante attesa del closing. Quest’ultimo sembra essere davvero infinito, degno delle più celebri telenovele trasmesse in tv. Ma veniamo al dunque: si tratta di una lettera che sa di ultimatum?

È sicuramente agli occhi di tutti che quando si parla di Catania, subentrano sempre problemi, insidie che ostacolano il “benessere” della società e soprattutto dei tifosi, quasi come se si intraprendesse un cammino arzigogolato ricco di peripezie che non permettono di arrivare al tanto atteso traguardo finale. 

Il dizionario della lingua italiana Treccani alla voce ultimatum spiega che in diritto internazionale, si tratta di un atto giuridico unilaterale, con il quale uno stato fa conoscere a un altro stato le sue ultime proposte su una determinata questione e chiede al riguardo una precisa risposta. Qui non c’è alcuno stato in mezzo, ma si tratta di una trattativa caratterizzata da un’estenuante attesa, dalle mancate risposte ai mancati documenti mai ricevuti, dato che in base al contratto sarebbe stato necessario produrre gli atti e non le rassicurazioni. 

La continua attesa ha portato allo svincolo momentaneo dell’avvocato newyorkese dal contratto preliminare firmato in precedenza, per poi riprendere eventualmente i contatti nel momento in cui i documenti saranno pronti, in tal caso sarà necessario riformulare e stipulare un nuovo contratto preliminare. 

Come ampiamente spiegato dalla nostra redazione, il tutto non è ancora tramontato, anzi, si lavora in piena sinergia tra i vari legali affinché si possa raggiungere un accordo definitivo. 

Probabilmente questa lettera avrà destabilizzato l’ambiente, l’intera tifoseria e chissà se i giocatori ne risentiranno psicologicamente. Una domanda noi ce la poniamo: il tutto era necessario prima della fine del campionato con ancora i playoff da disputare? Una risposta non l’abbiamo, anzi è difficile averla al momento. 

Antonio Giosa assente “illustre” in quel di Foggia

Antonio Giosa ha terminato in anticipo la sua regular season, infatti a causa della quinta infrazione rimediata nella gara casalinga contro la Casertana, il difensore che veste la maglia numero 4 non partirà alla volta dello stadio “Pino Zaccheria” di Foggia. 

Assenza importante per la retroguardia del Catania, con mister Baldini che dovrà scegliere adeguatamente il suo possibile sostituto in una gara delicata come quella in terra pugliese. 

(Foto: MessinaSportiva)