Sinisa Mihajlovic allenava il Catania in Serie A, dall’8 dicembre 2009 a giugno 2010. Roberto De Zerbi invece è tra gli artefici della storica promozione nella massima serie dei rossazzurri dopo 23 interminabili anni d’attesa nel 2006, con 35 presenze e 7 reti d’autore.
L’uno, difensore, tirava calci di punizione a 160 km/h (solo Roberto Carlos arrivava a tanto), l’altro, fantasista, calciava da fermo con parabole arcuate, liftate, ma tremendamente efficaci. Così diversi in campo, così simili fuori. Mihajlovic, anche di fronte alla malattia, non ha mai appeso la lavagnetta al chiodo, continuando a dirigere le sessioni d’allenamento in DAD direttamente dalla sua stanza d’ospedale; De Zerbi, fino allo scoppio del conflitto Russia-Ucraina, era con i suoi ragazzi, lo Shakthar Donetsk, e non intendeva fuggire se prima non avessero tratto in salvo ogni singolo membro dello staff.
Il Bologna ha esonerato Mihajlovic dopo 5 giornate e ha contattato Roberto De Zerbi come suo successore. Ma l’ex centrocampista offensivo del Catania ha declinato gentilmente l’invito adducendo come causa che Sinisa è stato esonerato, non si è dimesso, e non se la sentiva di occupare la sua panchina. Un gesto d’altri tempi che ha colpito anche Arianna, moglie dell’ex allenatore del Catania. Il calcio odierno ha bisogno di questi gesti.
(foto: calcionews24.it)