Quella che si apprestano a vivere i sostenitori del Catania sarà una notte insonne. Domani, infatti, ci sarà l’apertura delle buste di questa seconda asta competitiva che, stavolta, potrebbe avere dei partecipanti. Il condizionale è d’obbligo, visto il passato poco rassicurante dell’unico probabile partecipante. Benedetto Mancini, uscito allo scoperto qualche giorno fa, a meno di cambiamenti dell’ultima ore sarà uno dei contendenti al ramo aziendale sportivo del club. Anzi, per correttezza, è più giusto scrivere che potrebbe essere l’unico e solo.
Certamente non un prospetto che lascia dormire sonni tranquilli ai già sconfortati tifosi rossazzurri. Le ultime apparizioni nel mondo calcistico dell’imprenditore romano non sono state molto producenti, Latina su tutte. Difficile, quindi, nonostante le dichiarazioni positive su progetti futuri ed ambiziosi, con tanto di serietà a corredo, fidarsi. I tifosi del Catania sono reduci da anni difficili, da anni turbolenti, dove hanno vissuto di tutto e di più con l’apice raggiunto lo scorso 22 dicembre con il fallimento del Calcio Catania 1946 e l’abrasione della matricola 11700.
Chi si avvicina al Catania, deve essere essere consapevole del fatto che “vivacchiare” non è più possibile. Serve davvero ciò che Mancini dice, ma serve coi fatti, non con le parole. Quest’ultime hanno letteralmente invaso le menti dei supporter etnei che, ciononostante, hanno dovuto subire solo ed esclusivamente continue cantonate. La piazza è stanca, emblematico è il distacco e le poche presenze allo stadio nonostante i prezzi popolari delle ultime gare disputate al “Massimino”. Un’ulteriore proprietà non all’altezza, sarebbe il colpo di grazia per una città che già, sotto altri punti di vista, vive un momento di declino inarrestabile.
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