Dato che ne condividiamo il contenuto appieno, e prospetta inoltre significativi ragguagli sulla questione, riportiamo di seguito il post di stamattina pubblicato dall‘avvocato Giuseppe Rapisarda sul proprio profilo Facebook concernente lo stato attuale della questione giuridica legata al Centro Sportivo di Torre del Grifo:
“Abbiamo dato la “svegliarina” ad un ambiente della informazione per tradizione sonnolento e omaggiante e ne siamo soddisfatti. Pare che i lavori al Cibali stiano per iniziare, finalmente, anche se il ritardo da chiarire, auspichiamo non ai giornalisti con versioni inconducenti, ma al PM resta. Così come rimane inaccettabile non avere approntato un campo di allenamento in tempo in area cittadina che accompagnasse la rinascita del calcio a Catania. Ma perché il comune di Catania si è fatto trovare impreparato?
Facciamo un passo indietro. Da 10 anni almeno questi problemi non si ponevano più. Avevamo come patrimonio Torre del Grifo, il più importante e grande centro sportivo da Roma in giù ma non solo, un vero e proprio fiore all’occhiello in Europa. Ma cosa è accaduto davvero? Come proseguono le inchieste giudiziarie sul suo dissesto e la sua chiusura? La stampa, anche qui, dorme il suo abituale sonno, attenta solo di non disturbare alcuno.
Quasi tutti, ben inteso, so perfettamente che alcuni giornalisti stanno raccogliendo materiale ed informazioni giuridiche al riguardo. Pelligra ha ragione. Non si dispone di dati sufficienti per operare le valutazioni necessarie per gestione o acquisto comunque non imminente per ragioni di procedura civile. Perché?
Su Torre del grifo agiscono attualmente due curatele fallimentari. Non 1 ma 2.
Quella del Calcio Catania che di Torre era il proprietario.
Quella della Calcio Catania servizi società fallita prima del Catania, controllata dal Catania, che gestiva le attività economiche /commerciali di Torre.
E su queste ultime è bagarre.
Vi sono indagini in corso perché si ritiene che la crisi irreversibile che la Sigi trova al momento del suo ingresso nella Catania servizi è stata causata da precise operazioni che allo stato, per ogni singola e specifica attività svolta, sono al setaccio dei consulenti del Tribunale.
Vi sono già provvedimenti emessi, sebbene non in via ordinaria definitiva ma in sede cautelare, di urgenza.
Che è accaduto, pertanto? Sappiamo da un lato che il fallimento del Catania avviene per la mancata ricapitalizzazione Sigi.
Non lo stesso per la Catania servizi. Qui, Sigi può essere ritenuta responsabile di non avere mantenuto premesse e promesse.
Ma non ha, atti alla mano, alcuna responsabilità giuridica.
Questo è quanto emerge allo stato.
Sebbene lo ripetiamo, in via cautelare, ma con corposi pronunciamenti, il dissesto di Torre del grifo chiama in causa direttamente la gestione Lo Monaco e dei suoi collaboratori del tempo.
Perché, sempre che la sentenza di merito confermi il sequestro conservativo già emesso e confermato in sede di reclamo, l’ex ad, a parere dei curatori e del tribunale, non può essere ritenuto responsabile da solo. E qui Pelligra, ma più che il Presidente, Grella, richiamerei la vostra attenzione. Perché sacrosanto oggi puntare su Nesima e basta, tuttavia il rilancio va alimentato da un management che non sia, per ragioni di opportunità, vedremo in futuro se anche di legittimità, uguale ed identico allo stesso portato e voluto al Catania dall’ex amministratore delegato.
Alla mancanza di Torre del grifo, qualunque cosa non ascoltate più dai magliari locali dell’informazione, stiamo pagando un prezzo altissimo come Comunità. Abbiamo fatto un passo indietro di 40 anni, aggravato come si temeva dalla idiosincrasia con i termini di capacità, efficienza e merito abbinati alla gestione delle strutture sportive a Catania.
L’inefficienza comunale al riguardo è storia nota al netto delle minchiate dei soliti e screditati ruffiani del potere. Non resti Cattedrale del deserto Torre del Grifo e abbia un futuro anche a prescindere dal Catania! Ed i responsabili così come individuati dalla autorità giudiziaria stiano lontani da questo Catania. Vederli ancora gironzolare intorno e addirittura ancora all’interno della nuova società suona come beffa inaccettabile.
La stampa catanese , se reclama per sé rispetto, allora almeno di questo non deve tacere ancora”.