Il Catania chiamato all’esame di maturità, e di continuità, dopo una pericolosa altalena di risultati in campionato di fronte a un Monterosi rinvigorito da una sessione di calciomercato invernale che ha regalato ai ciociari pezzi da novanta per la categoria e gli ultimi risultati positivi in campionato (vittoria in trasferta contro l’Audace Cerignola e pareggio interno con l’Avellino), lo testimoniano.
Nel primo tempo i rossazzurri faticano a ritrovare la brillantezza apprezzata nei primi 45′ del match col Rimini e, infatti, non giungono mai alla conclusione a rete. Ci riesce, ahinoi, il Monterosi, che di rimessa crea i presupposti per portarsi in vantaggio gelando il Massimino che reagisce fischiando. I tifosi etnei bisseranno il sibilo di disapprovazione quando l’arbitro spedirà le due contendenti negli spogliatoi.
Nel secondo tempo non va affatto meglio. Il Catania non riesce né ad arrivare in porta per vie laterali né, tanto meno, a creare gioco a centrocampo dove è evidente la mancanza di un play-maker che funga da faro per questi marinai dispersi che, quando hanno la palla tra i piedi, danno sempre l’impressione di non sapere cosa farne.
L’unica nota positiva è il gol di del pareggio siglato da Kontek, che raccoglie la sponda di testa di Costantino, entrato subito nel vivo del match dal suo subentro. Peralta ha il merito di calciare bene il corner da cui scaturisce la rete rossazzurra. Ma è davvero troppo poco e i fischi a fine partita, naturale evoluzione dei sonori mugugni all’intervallo, sono meritatissimi. Squadra che si conferma priva di un’identità di gioco, spenta mentalmente e atleticamente. La salvezza resta l’obiettivo primario e lo sarà finché la matematica non ci darà l’opportunità di pensare ad altro.
(foto: Catania FC)