Catania: titolo sportivo solo tra fine luglio – inizio agosto

Il responsabile del settore relazioni esterne e istituzionali della FIGC, Roberto Coramusi, ha concesso un’intervista a “La Sicilia”:

“Contatti solo informali con gli amministratori comunali ma adesso ci sono tutti una serie di atti formali da adempiere con la presentazione di un piano dettagliato.

Non è ovviamente scontato che possa essere assegnata la Serie D, non esiste insomma alcun obbligo. Ci sono tempi da rispettare e solo tra fine luglio e i primi giorni di agosto si potranno avere certezze”.

(Fonte immagine: Il Reggino)

Ekipe Orizzonte, menzione doverosa. Ha vinto più scudetti del Milan

Preferiamo non scrivere nulla. Ci sarebbe tanto da dire sul 22esimo scudetto della Ekipe Orizzonte, ennesimo miracolo sportivo della compagine catanese nella pallanuoto femminile e ne menzioniamo la vittoria perché tacerla sarebbe davvero da stolti: complimenti ragazze! La presidente, Tania Di Mario, e l’allenatrice, Martina Miceli, hanno festeggiato alla piscina “Francesco Scuderi” insieme alla squadra solo dopo i tiri liberi (8-8 dopo i tempi regolamentari), infliggendo un 15-14 che è valso il titolo.

Ma cataniamood.com nasce come sito dedicato esclusivamente alle sorti del Calcio Catania. Di quello che è stato e di quello che verrà. Per cui, al di là di sporadiche ma doverose menzioni, non troverete mai articoli che si dedicano interamente alle altre realtà sportive cittadine né, ce ne scansino, di Serie A, scudetto e Champions League.

Quindi, preferiremo scrivere pochi articoli, anche nessuno se non ci saranno argomenti interessanti da trattare purché snaturarci. E’ sempre più difficile in queste settimane trovarne, pertanto preferiremo il silenzio alle divagazioni, sperando che nell’immediato possano profilarsi nuovi scenari degni di trattazione.

(foto: keocomunication.it)

Baldini: “Quel che ho vissuto a Catania è ciò che mi fa male del mio lavoro”

Mister Baldini non è riuscito nell’impresa di ottenere la salvezza con il “suo” Vicenza, che dopo aver affrontato il Cosenza nella partita di ritorno dei playout, è retrocesso in terza serie. Ecco alcune dichiarazioni nel post gara:

C’è grande rammarico. Inutile che mi chiedano o mi dicano come stanno, perché lo so. Posso solo ringraziare i ragazzi per quello che hanno fatto, hanno dato tutto quello che avevano. Oggi è una giornata triste“. 

Non posso rispondere a domande su questo, oggi conta veramente poco cosa ne sarà di me. La società ha un’opzione su di me, ci incontreremo e parleremo. Ripartiremo da una società forte, anzi fortissima“.

Quel che ho vissuto a Catania è qualcosa di incredibile, con un gruppo di ragazzi e una tifoseria, ma è anche quello che mi fa male nel mio lavoro. Il giorno stesso della massima tristezza è arrivata la chiamata del direttore Balzaretti e Vallone e mi sono trovato catapultato a Vicenza“.

Caro Comune di Catania, ti scrivo…
Caro Comune,
 
Ti scrivo, così mi distraggo un po’. E siccome sono molto lontano, più forte ti scriverò.
Da quando sono partito c’è una grossa novità, il Catania è fallito, e questo non mi va.
 
Aspetto ogni sera, compreso quando è festa, che ci sia una buona notizia, una cordata alla finestra.
Si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che avrebbero da dire di tempo ne rimane.
 
Ma alla televisione qualcuno aveva detto: “Ci sarà una manifestazione”, e tutti quanti stiamo già aspettando.
Tre giorni prima di Natale, è iniziato un nuovo giorno.
Il primo senza il Catania, un viaggio senza ritorno.
 
Ci sarà da aspettare forse per tutto l’anno, ma chi è muto dovrebbe parlare e spiegare cosa faranno.
E tornerà l’amore ma solo se ci sarà, una proprietà tutta nuova ben accolta dalla città.
E senza grandi disturbi qualcuno sparirà. Saranno i troppo furbi e i cretini di ogni età.
 
(foto: palermo.repubblica.it)
Catania
Legalmente gli ex SIGI potrebbero partecipare. Comune faccia da garante

Ieri ci chiedevamo perché il Comune di Catania ha preferito la manifestazione di interesse al bando pubblico. Il timore è che gli escamotage possano condurre ex sigisti a rimettere le mani sul Calcio Catania e su Torre del Grifo. Come? Semplice! 

Stando alle NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC), solo chi ha ricoperto cariche rappresentative nella fallita società sportiva Calcio Catania non potrà ricoprire cariche ufficiali in una eventuale nuova proprietà: cioè Nico Le Mura e Sergio Santagati, in quanto ex amministratori delegati.

Dal punto di vista legale risulterebbero inattaccabili tutti gli altri membri della SIGI che non hanno ricoperto ruoli rappresentativi nel Calcio Catania (come abbiamo già spiegato in passato la SIGI era una “società controllante”).

Ergo, solo il Comune di Catania ci potrà garantire assoluta trasparenza e interruzione totale con i nefasti protagonisti del recente passato.

(Fonte immagine: CataniaToday)

 

Catania
Catania: stadio “Massimino”, degrado infinito. Restyling prima di subito!

Nei giorni scorsi abbiamo riportato un reportage deleterio del “Massimino”. Stamani newsicilia.it ha completato l’opera:

“Immagini degradanti, quelle che ci vengono segnalate da un supporter etneo, tra piante secce cresciute spontanee sotto i vari settori dell’impianto, ma soprattutto le vetrate completamente danneggiate con crepe che danno l’impressione di potersi infrangere da un momento all’altro”, titolando: “Vergognoso al Cibali”.

Vi invitiamo a prendere visione dell’intero articolo per vedere con i vostri occhi come si è ridotta “casa nostra”: https://newsicilia.it/catania/sport/cataniavergognoso-al-cibali-limpianto-etneo-messo-in-ginocchio-dal-degrado-le-foto/783115 .

Come è finita con il restyling del “Massimino” per cui sono stati stanziati 5,9 milioni euro l’anno scorso? Amministrazione comunale, SVEGLIA!

Calcio: per Pellegrino anche un’altra squadra alla finestra

Maurizio Pellegrino, ex direttore sportivo del Catania nelle ultime due stagioni sportive, è diventato un forte obiettivo del Siena, squadra che milita nel campionato di serie C girone B e che pare abbia superato la concorrenza del Taranto del presidente Massimo Giove con il quale lo stesso Pellegrino aveva avuto diversi contatti nelle settimane precedenti. Al Siena, Pellegrino potrebbe prendere il posto di Giuseppe Cannella. 

Comune di Catania: no al bando, sì alla “manifestazione d’interesse”. Perchè?

A Catania o “parramu assai” o non parliamo proprio. E’ la città, per antonomasia, dell’omertoso “non detto” o del “troppo che stroppia”, quando al silenzio d’oro preferiamo sproloqui d’ottone.

Eppure, quando arriva il momento di aprire bocca per costruire insieme e fare fronte comune subentrano sempre il timore dei poteri forti, che potrebbero schiacciarci come formiche da un momento all’altro, un accidioso lassismo che ci contraddistingue atavicamente e, in ultima istanza, un improvviso sprofondamento delle nostre priorità primordiali: “Ma sì, certo che mi interessa il Catania però ormai sono stanco, ho perso entusiasmo, non è più come prima..”.

Ecco, aggiungiamo noi: proprio perché “non è più come prima” e questo ci sembra lapalissiano, dovremmo imbracciare volontà ferrea, armarci di una furente brama di rivalsa, pretendere trasparenza e condivisione di informazioni con la piazza da parte dell’amministrazione comunale.

Non cominciamo con la menata del patto di segretezza: non ci riferiamo certo ai dettagli su eventuali trattative in corso tra cordate e Comune o a manovre di avvicinamento pragmatiche. Ci riferiamo alla “pubblica informazione”: il Comune si limita, attraverso intervista, Telegiornali locali, comunicato o qualsivoglia strumento mediatico, di tranquillizzare la città di Catania auspicando manifestazioni d’interesse concrete e facendo di tutto per favorirle.

Il Comune dovrebbe indire un bando pubblico in tempi brevissimi, aperto a tutti, e gli imprenditori che si fanno avanti ma poi optano repentinamente dietrofront sono tenuti a spiegare alla città di Catania, se non è l’amministrazione comunale a farlo, per quale motivo dopo la manifestazione d’interesse hanno deciso di virare altrove o, comunque, di arenarsi. Perché? Ce lo dica il Comune, ce lo dicano i diretti interessati. Spiegatelo a chiare lettere e senza nascondervi dietro un dito. Abbiamo il diritto di sapere. Dopo anni di oblio (non mesi, anni), meritiamo chiarezza e trasparenza da parte di tutti, soprattutto del Comune di Catania.

Catania, per quanto degradata, merita palcoscenici ben diversi. Catania, signori miei, vantava un centro sportivo, “Torre del Grifo Village”, che dava lavoro a decine di famiglie e che deve tornare a essere la casa della squadra di calcio che la rappresenterà la città anche ripartendo dalla Serie D. Affinché ciò accada, occorre un piano industriale degno di questo nome, pluriennale, e un soggetto imprenditoriale forte economicamente, competente in materia calcistica, che si circondi di collaboratori altrettanto competenti.

Arripizzare non serve. Le “pezze” sono appannaggio degli incapaci, di chi non è in grado di progettare o, molto più semplicemente, non ha le possibilità economiche e le abilità idonee per riuscire nell’intento. Una colletta di qua, una colletta di là, non è quello che serve al Catania Calcio per ricominciare dai bassifondi del dilettantismo e risalire la china verso l’élite. Ripartire da volti nuovi e illibati rappresenta una conditio sine qua non. Le candidature forti vanno coccolate dall’amministrazione comunale che dovrebbe tenersi strette le manifestazioni d’interesse di soggetti forti e decisi. In questa fase, dipende tutto da Palazzo degli Elefanti. Niente bando? Ok, dimostrate coi fatti che l’iter prescelto sia quello giusto. La città è allo sbando, quale migliore occasione di redenzione? 

 

 

Catania
Freddi Greco: Pordenone, Catania o Vicenza: è sempre Serie C. E Baldini…

L’ex giovane promessa del Catania, l’italo-malgascio Jean Freddi Greco, in poche si è guadagnato uno stage con la Nazionale del C.T. Roberto Mancini, che vuole valutare i Millennial personalmente, ma anche la retrocessione col Vicenza allenato da mister Francesco Baldini.

Il tecnico toscano aveva un contratto con scadenza il 30 giugno e non si rinnoverà a causa della sconfitta di Cosenza. Per Greco una beffa aver lasciato Catania e Pordenone (anche quest’ultimo retrocesso come i biancorossi durante la stagione regolare), dato che si ritroverà comunque in Serie C.

(Fonte immagine: CalcioCatania.it)

Tifosi Mood – Roberto Nicotra: “Impensabile che il Catania non faccia gola”

Torna l’appuntamento settimanale con la rubrica interamente dedicata ai tifosi del Catania. Ad accogliere il nostro invito, stavolta c’è l’amico Roberto Nicotra, grande sostenitore dei colori rossazzurri. Roberto ci ha fornito il suo punto di vista su tutto ciò che riguarda il tentativo di rinascita calcistica ai piedi dell’Etna.
Di seguito le sue risposte alle nostre domande.

Roberto, innanzitutto grazie per aver accolto l’invito della nostra redazione. Come stai?

“Grazie a voi. C’è una sola cosa che amo più della mia squadra del cuore, ed è la mia città. Vivo per lei. Non sto bene perché la vedo davvero messa male, in uno dei suoi momenti più bui”. 

Essendo questo il tuo primo intervento da noi, ti chiedo di descrivermi, brevemente, il tuo rapporto con il Calcio Catania nei panni di tifoso.

“Un percorso anomalo il mio: mio padre e mio nonno non mi hanno trasmesso questa passione: mi sono “ammalato” da solo, quando per la prima volta misi piede al Cibali, il 28 gennaio del 1998, in occasione di Italia-Slovacchia. Dapprima non mi innamorai del Catania, ma di quello stadio e della sua atmosfera unica. In quello stesso anno il Catania veniva promosso dalla C2 alla C1 e iniziai subito a seguirlo. Poi misi mano su quel primo sito internet e quel primo “muro dei tifosi” dove ci si confrontava quotidianamente, mettendo in contatto tifosi da tutto il mondo in maniera pionieristica per l’epoca, e nacquero le relazioni di amicizia che tutt’ora mi onoro di avere, con tutti coloro che poi hanno iniziato ad occuparsi professionalmente del Catania e che tutt’ora lo fanno. Da Max Licari a Paolo Di Caro, da Luca Allegra a Luigi Pulvirenti, da Fabio da Hong Kong a Tony da New York, persone molto distanti geograficamente, ma unite da una genuina passione comune. Poi per mettermi a studiare e laurearmi mollai quell’impegno che si era fatto gravoso, ma sono sempre rimasto vicino alle vicende del Catania, quotidianamente”. 

Sicuramente, così come tanti altri tifosi, ti starai chiedendo che ne sarà del calcio ai piedi dell’Etna.
Sei ottimista o pessimista guardando al futuro e, in ognuno dei due casi, perché?

“Sono ottimista perché i numeri ci danno ragione: il bacino di utenza della città e la “qualità” della tifoseria rossazzurra, sono tra i primissimi in Italia, ed è impensabile che questo non faccia gola a nessuno: con il Catania si possono fare tanti soldi. La preoccupazione deriva dal ruolo del Comune in questa fase così delicata, che coincide con la presenza di un sindaco sospeso, forse di una autorevolezza dell’Istituzione non ai massimi storici, e anche di qualche mezzo passo falso iniziale che almeno dal punto di vista comunicativo a mio parere è già stato fatto”.

Ieri in un tuo post sulla tua bacheca di Facebook hai fatto un discorso relativo ad un clamoroso ritorno di Antonino Pulvirenti.
Cosa ti fa pensare ciò?

“No, per carità, non so nulla riguardo questa eventualità, ho solo espresso un timore ed una vaga sensazione relativa alla incapacità che le cose cambino davvero, in una Catania “gattopardiana” che mi piace poco. Un ritorno di Pulvirenti per me sarebbe una catastrofe, ma bisogna anche dire che rispetto a ciò che abbiamo visto ultimamente, quella era una proprietà seria e solida. Gli sbagli però si pagano, e non credo che sia pensabile un ritorno”. 

Infine, esprimi un tuo giudizio sull’operato dell’amministrazione comunale.
Reputi stia facendo l’impossibile per ridare lustro, calcisticamente parlando, alla città dell’elefante?

“Ho già toccato il punto, aggiungo solo questo: al timone c’è un sindaco (sia pure sospeso) che è un vero tifoso, tutti gliene diamo atto e la sua storia personale parla chiaro. Sono certo che avrebbe voluto con tutto se stesso fare molto di più, nei limiti delle sue competenze e dei suoi poteri, per impedire che facessimo questa fine. Se non ci è riuscito, suo malgrado, le cose sono due: o è stato molto sfortunato, oppure davvero poco incisivo.
Adesso però la palla passa davvero alla giunta, e dovranno dimostrare di essere autorevoli e capaci. La storia parlerà per loro, in base al risultato che porteranno a casa. Altrove hanno fatto presto e bene, qui temo che i presupposti siano eccezionali”.