Sat, May 04, 2024
Catania Sigi
Però u Catania ha la maglia “Naik”!

Ormai funziona più o meno così. Lunedì, martedì, mercoledì (se non c’è turno infrasettimanale), giovedì e venerdì si parla esclusivamente di extra-campo; sabato ci si sforza, con una fatica immane, di parlare di calcio giocato, di ascoltare le parole di mister Baldini nella consueta conferenza stampa pre-gara e di leggere la lista dei convocati.

Poi arriva la domenica: se il Catania gioca alle 14:30, come accadrà domani a Monterosi, al fischio finale la stampa pubblicherà pagelle ed editoriali post-partita. Dalle ore 17:00 in punto, tutto sarà già archiviato e si tornerà a parlare di “messa in mora”, “fallimento pilotato”, “potenziali investitori”, “cessione del Calcio Catania”, “matricola 11700 che sfugge”, “dissidenti”, “ah se ci fosse stato Tacopina!”, e via dicendo.

Prima, all’unanimità, il clamore mediatico intorno alle vicende societarie concernenti il Catania era chiassoso oggi si è involuto in un ciangottio stridulo, sottile ma penetrante, aspro e ficcante. Non fa più notizia la situazione del club che peggiora di giorno in giorno come un malato terminale che lotta tra la vita e la morte. Eppur si muove, asserirebbe Galileo Galilei se anziché un “Liceo Scientifico” fosse ancora il padre della scienza moderna.

E finché si muove, qui nessuno prega il signore o si rivolge verso la Mecca o si appella a Buddha affinché il Calcio Catania cessi di esistere, l’obbligo morale che poi è più un piacere di attendere quei 90′ di partita come se rappresentassero la panacea di tutti i mali non verrà mai meno.

Perché? Perché i giocatori indossano la “maglia naik”, vuoi mettere? La società è sull’orlo del fallimento, ha 20 giorni per adempiere al pagamento degli emolumenti ai tesserati mentre maturano ulteriori spese da saldare entro e non oltre il 16 dicembre però, porca miseria, in alto a destra sulla casacca rossazzurra campeggia il logo “Nike”.

Impossibile dimenticare l’accoglienza riservata dalla tifoseria al nuovo sponsor tecnico Linea Oro Sport – Nike, prima di scoprire che nulla aveva a che vedere con il marchio internazionale diretto. Senza nulla togliere al prestigioso sponsor, anche se si fosse trattato davvero della Nike – U.S.A., oggi ci strappa un sorriso amaro come il veleno pensare che a una partnership così autorevole faccia da contraltare una situazione ai limiti della sopportazione per chi, da decenni, venera in vera e propria adorazione e questi colori.

(Fonte Immagine: LaSiciliaWeb)

Il punto tattico di mister Turi Di Stefano: “Nonostante tutto, il gruppo sta onorando la maglia”

Come ogni settimana, torna il nostro appuntamento con Turi Di Stefano che ha rilasciato importanti dichiarazioni ai nostri microfoni.

Il Catania ed il Monterosi Tuscia stanno vivendo a livello societario due situazioni diametralmente opposte. Si attende un Catania attendista a Viterbo?

Premetto che io debbo elogiare sia il tecnico che i calciatori che nonostante non ricevano lo stipendio da luglio, stanno onorando la maglia della città. Sono certo che il Catania scenderà in campo per vincere ma d’altro canto, il Monterosi Tuscia non vorrà deludere i suoi tifosi e quanto rappresenta.

Il pareggio contro il Catania per 2-2 ha portato all’esonero di Walter Novellino. Si dovrebbe dare più tempo ad allenatori che comunque hanno dimostrato di saperci stare nel calcio, anche ad alti livelli?

E’ paradossale, vi spiego perchè. Quando una società calcistica decide di assumere un tecnico, lo conosce in tutto per tutto ed è vergognoso che allenatori come Novellino, Cacciola (tecnico del Giarre) o Castori che tanto hanno dato al calcio e alle piazze dove hanno allenato vengano esonerati. Qualora fossero nate discussioni fra Novellino ed i suoi giocatori, tanto di cappello ma allontanare un tecnico solo per mancanza di risultati, lo trovo assurdo.

Il Catania sembra aver trovato il suo goleador, Luca Moro, un ragazzo che può arrivare lontano?

In tempi non sospetti, ho affermato quanto sia un calciatore dalla tecnica sopraffina e capace di grandi cose. In prospettiva, ha ottimi margini di miglioramento e non mi stupirebbe se la prossima stagione giocasse in Serie B con la maglia del Padova o presso altri lidi, comunque prestigiosi. Il tecnico Baldini  non guarda la “carta d’identità” ed è giusto seguire questa linea, facendo scendere in campo anche giovanissimi, se necessario.

La vita del Catania è appesa ad un filo ed oggi si fa molta fatica a parlare di calcio. Secondo la sua opinione, il fallimento è ipotesi concreta?

Ho assistito alla nascita del Calcio Catania 1946 e sono testimone di momenti storici per questa piazza come la prima promozione in Serie A negli anni ’50. Credo che SIGI abbia affermato che in pochissimi anni, avrebbero raggiunto serie superiori ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare ed è per questo motivo che non punto il dito contro l’attuale società. SIGI conosceva le problematiche a cui andavano incontro, quindi non mi spiego l’andazzo attuale. Voglio ricordare quanto sia stata importante, in un momento così delicato, la presenza di Marco Biagianti in Curva Nord. 

Catania
Calcio Catania, poche via d’uscita, tante via di fuga…

L’agonia del Calcio Catania non sembra voler trovare fine, sia in un modo che nell’altro.
Otto anni, otto stagioni, otto campionati, incluso quello in corso.
Un tempo interminabile, dove per i tifosi del 46 poter parlare di quella che è poi l’essenza del calcio, ovvero la sfera che rotola sul terreno verde di gioco e si insacca in rete, è diventata pura utopia. 

Da quel lontano 2013, con la retrocessione dei rossazzurri dalla Serie A alla Serie B, è stato un continuo fare incetta di brutte figure e brutte notizie, non solo riguardanti il campo, ma soprattutto l’extra-campo.
Alla ignobile vicenda dei “Treni del Gol”, che ha sancito grossomodo l’inizio del declino rossazzurro, c’è stato un susseguirsi di malefatte societarie che hanno condotto il Calcio Catania nell’oblio del calcio italiano e trascinato i tifosi nello sconforto più totale. 

Eppure, dopo la scellerata seconda gestione societaria targata PulvirentiLo Monaco, sembrava prospettarsi per lo storico club etneo un pronto rilancio.
Il 23 Luglio 2020, infatti, la neonata SIGI, S.p.A. composta da numerosi imprenditori catanesi, dirimpetto l’ingresso del Tribunale di Catania prometteva, con le parole dell’avvocato Giovanni Ferraù, impegno, professionalità e serietà per traghettare il Calcio Catania verso acque meno tempestose e mani robuste e solide.
Un evento che, ad onor del vero, riempì nuovamente di speranza i cuori della maggior parte dei tifosi rossazzurri, afflitti dagli ultimi anni nefasti.

Lo stato d’animo dei supporter del Catania raggiunse poi l’estasi quando dalla lontanissima New York, l’avvocato statunitense Joe Tacopina si avvicinò alla compagine etnea, con quella celebre ma illusoria firma del preliminare.
Era il 16 Gennaio 2021, una data che sembrava davvero decretare l’inizio di una nuova era per la piazza catanese, meritevole di un nuovo rilancio nella élite del calcio nostrano.
Scherzo del destino, ma da quel sabato pomeriggio di un freddo inverno ai piedi del vulcano, anziché risalire le scale della felicità, per il Catania è cominciata una vera e propria discesa verso gli inferi. 

La poco chiara rinuncia degli odierni proprietari del sodalizio etneo all’offerta, definita irricevibile, da parte del broker americano, con tanto di rassicurazione su un pronto “Piano B”, poi mai concretizzatosi nei fatti, le si è ritorta contro come un boomerang impazzito.
Ne sono scaturiti una serie di fatti impietosi, l’uno dietro l’altro, che hanno, uno alla volta, fatto presagire un futuro imminente tutt’altro che sereno. 
Prima l’obolo dei tifosi rossazzurri per evitare la mancata iscrizione alla Serie C 2021/22. Poi il legittimo fuggifuggi degli elementi cardine della stagione precedente: da Silvestri a Welbeck, passando per Dall’Oglio a Sarao. Le numerose interlocuzioni, spesso rimaste misteriose: imprenditori locali, nazionali e persino maltesi, ma di concreto il nulla.
Gli stipendi non pagati, tranne la mensilità di luglio, per due volte consecutive e le conseguenti penalità in classifica che, andranno a pregiudicare quanto di buono fatto da squadra e mister, fino ad arrivare all’ultima figura barbina: la messa in mora, LEGITTIMA, dei giocatori, giunta nella mattinata di ieri. 

A conti fatti, il tanto decantato “eroico” salvataggio della matricola non è mai avvenuto. Si è protratta l’agonia di un club devastato da milioni di debiti e, spiace dirlo, peggiorata la situazione, dato che l’unico treno di passaggio che poteva cambiare gli scenari, lo si è fatto immotivatamente ed incredibilmente fatto scappare via.
Ad oggi, seppur si vocifera di un gruppo estero sulle orme del Catania, possibilità poco credibile fin quando si tratterà soltanto di parole, le vie d’uscita da questa drammatica situazione sembrano davvero poche se non nulle.

Insomma, Il destino del Calcio Catania è appeso ad un filo, e se tra venti giorni non si pagheranno gli stipendi arretrati, il rischio che possa scattare una via di fuga da parte dei giocatori rossazzurri è più che concreto. Il rischio è quello di vivere settimane turbolente per i tanti tifosi rossazzurri che, come già opportunamente fatto nella sfida interna con l’Avellino dello scorso mercoledì, avranno il compito di stringersi attorno alla squadra e a mister Baldini, nella speranza che possa giungere una ventata di buone notizie, anche se, obiettivamente parlando, la sensazione è che sarà difficilissimo cambiare ormai direzione a quest’onta negativa che rischia di portarsi via con se 75 anni di storia. 

Fonte immagine: CataniaToday

Primavera 3: Catania-Paganese 1-1. Rossazzurrini sfortunati
Non riesce ad andare oltre il pareggio la formazione Primavera del Catania allenata da mister Orazio Russo in casa, a Torre del Grifo, contro la Paganese che, peraltro era passata in vantaggio grazie a Campanile.
Ci pensa Russo al 10′ del secondo tempo a riportare le contendenti in parità e, nonostante l’assalto finale dei rossazzurrini il risultato si inchioda sull1-1.
Catania che nella classifica del campionato Primavera 3 -Dante Berretti occupa la terza posizione con 26 punti a un solo punto dal Palermo 2° e a tre lunghezze dal Catanzaro capolista con 30.
 
TABELLINO
Catania-Paganese 1-1
Reti: pt 6° Campanile (P), st 10° Russo. 
 
Catania – Coriolano; Patanè, Scaletta, Giannone, Panarello, Caramanno (1°st Napoli), Tropea, Sciuto (26°st Russi), Russo, Limonelli (43°st Maltese), Aquino (26°st Al Sein). A disposizione: Vadalà; Magrì, Papale, Cannavò, Bonaccorso, Nicolosi, Romeo. Allenatore: Russo. 
Paganese – Pinestro; Pietropaolo, Tomolillo, Del Gesso, Cipoletta, De Masi (11°st Tartaglione), Caiazzo (27°st Massa), Di Stasio, Campanile (27°st Trapani), Franzese (41°st Di Leo), Di Palma (11°st Cianciulli) A disposizione: Rendina; Annella, Norcia, Semonella. Allenatore: Matrecano. 
 
Arbitro: Cristian Smario (Catania).
Assistenti: Salvatore Antonio Forace (Catania) e Roberto Vella (Catania).
Ammoniti: Patanè (C); Caiazzo, Cipoletta, Di Palma e Di Stasio (P).
Tempi di recupero: pt 1′; st 4′. 
 
(foto: mondoprimavera.com)
limbo rossazzurro
Limbo Rossazzurro: Trasferta dal clima surreale

Nuova puntata del limbo rossazzurro”, rubrica dedicata alle sorti del nostro Catania, tra la partita precedente e quella che verrà.

Al momento risulta davvero difficile parlare di calcio giocato nonostante i quattro risultati utili consecutivi che i ragazzi di mister Baldini sono riusciti ad ottenere, ma ahinoi la situazione legata all’extra-campo rappresenta davvero un macigno.

Si tratta di una situazione che si ingigantisce sempre più, tra debiti da sanare, agenzia delle entrate, tribunali, sentenze, si aggiunge anche la messa in mora della società etnea da parte dei suoi tesserati che ricordiamo, hanno ricevuto solamente il pagamento della mensilità di luglio. 

L’azione dei tesserati è sacrosanta, è assolutamente legittima, dato che in questi mesi è stato totalmente negato un loro diritto; ricordiamo che si tratta pur sempre di lavoratori e il fatto che non vengano pagate le mensilità è davvero qualcosa di indecoroso che nessun lavoratore di questo mondo si augura. 

Malgrado tutto, domenica si gioca, si andrà in trasferta per sfidare una delle neopromosse di quest’anno: il Monterosi, nell’orario domenicale delle 14:30. 

I padroni di casa, alla loro prima apparizione in un campionato professionistico, occupano il tredicesimo posto in classifica con altrettanti punti ottenuti, “virtualmente” un posto sopra il Catania con un punto di differenza tra le due squadre. I biancorossi sono reduci dalla sconfitta in casa del Picerno per 2-0, ma prima di questa disfatta, sono riusciti ad ottenere ben dieci punti in quattro gare, frutto delle tre vittorie consecutive (rispettivamente con Paganese, ACR Messina, Avellino) ed un pareggio (contro il Taranto). I laziali sono una delle squadre più equilibrate del campionato in termini di fase realizzativa e fase difensiva, non a caso sono 10 i gol segnati e 13 i gol subiti. 

I rossazzurri invece sono reduci dal pareggio rocambolesco di mercoledì in casa contro l’Avellino, e come detto in precedenza reduci da ben quattro risultati utili consecutivi (le vittorie con Picerno e Juve Stabia, e i due pareggi con Virtus Francavilla e Avellino). In vista della trasferta in terra laziale, mister Baldini dovrà fare a meno di Luca Calapai, squalificato a causa di un’espulsione in occasione della diatriba con l’avellinese Kanouté e di Giacomo Rosaia, che paga la quinta ammonizione che ha fatto scattare la squalifica automatica, oltre che i lungodegenti Antonio Piccolo e Giovanni Pinto. Da valutare il numero 4 rossazzurro Maldonado, il quale ha subito una botta nella partita di mercoledì sera, e anche l’acciaccato Andrea Zanchi. 

Si giocherà in un clima surreale nonostante si tratti di una trasferta, ovviamente la società etnea ha venti giorni di tempo per saldare le intere spettanze ai giocatori altrimenti, questi potrebbero richiedere lo svincolo rivolgendosi al Collegio Arbitrale. 

Catania, un racconto rossazzurro al capolinea…

Una storia che potrebbe terminare da un momento all’altro, un lungo racconto a tinte rosse ed azzurre che ha accomunato le vite di moltissimi tifosi provenienti da Catania o da più lontano. Sono storie fatte di trasferte e di denaro risparmiato per poter parteciparvi ma soprattutto sono storie d’amore e sfortunatamente anche di morte.

Il Catania è quell’elefante anziano a cui si prestano delle cure, forse inutilmente ma quello che sta accadendo non è una morte naturale ma un vero e proprio tentato omicidio, architettato consapevolmente o inconsapevolmente. Un delitto che non ha assassini, almeno apparentemente ma ci si chiede come mai il capolinea sia giunto adesso è cosa ha portato questo “treno” alla stazione del fallimento. Il Catania tornerà, tornerà ancora.

Foto: CalcioCatania.it

Catania-Avellino: Freddy Mercury direbbe “Under Plescia”

Parlare di calcio giocato o, peggio, da giocare, si fa sempre più complicato. In questo clima surreale in cui la squadra in maniera del tutto ineccepibile si schiera contro la società inadempiente continuiamo o proviamo comunque a narrare ciò che accade sul campo.

Under Pressure, ovvero “sotto pressione”, a volte si rischia di proferire baggianate fuori luogo. E’ il caso di Vincenzo Plescia, calciatore in forza all’Avellino nato 23 anni fa a Palermo. A fine primo tempo, dopo il fortuito gol allo scadere rifilato ai “cugini” del Catania, il giocatore si è lasciato andare a un commento poco elegante ai microfoni di Eleven Sport, per usare un eufemismo: 

“Il Catania? E’ la mia squadra preferita al contrario. Da palermitano è ancora più speciale fare gol qui soprattutto per esultare con i miei tifosi” (che dovrebbero essere gli avellinesi, giusto?).

Gli fa presto eco l’altro palermitano-goleador di serata, il difensore Luigi Silvestri:

“Gioco in C da 10 anni e ho incontrato il Catania 5/6 volte, è la prima volta che gli segno, onestamente godo. L’anno scorso ho segnato al Palermo e non ho esultato”.

Ciccio Millesi, catanese DOC ed ex giocatore sia di Avellino che Catania, ha replicato in maniera piccata:

Non sai nemmeno cosa vuol dire essere un professionista, già dire essendo palermitano sono contento fare gol al Catania tra l’altro nemmeno gol lo chiamerei, vorrei vedere se un giorno il Catania ti offrisse un contratto magari in B se non vai…

Punto secondo ricordati che a Catania sono arrivati i tuoi sostenitori da Avellino e sono 600 km che dopo gara partono e arrivano l’indomani alle 07:00 mangiando un panino all’autogrill e c’è gente che va direttamente al lavoro, abbi rispetto che prima di andare ad esultare con i tuoi cari venuti da Palermo vai ad esultare con i tuoi tifosi, che a differenza tua quella è gente che paga per l’Avellino tu guadagni con l’Avellino per cui impara ad essere professionista, se fossi in loro ti toglierei quella maglia di dosso che solo il numero hai di BUONO“.

Ma li perdoniamo: la pressione, a volte, gioca brutti scherzi e Under Plescia, si dicono corbellerie.

(foto: ilovepalermocalcio.com)

 

Messa in mora della società: i vertici Sigi si sveglieranno?

La recente notizia della messa in mora della società rossazzurra, giunta questa mattina attraverso un comunicato dell’Associazione Italiana Calciatori, rappresenta l’ennesimo momento di paura che la città attraversa riguardo alla perdita della matricola 11.700 dopo 75 anni di storia. Adesso chissà cosa ci sarà da attendersi da qui al fatidico venerdì 29 ottobre, giorno in cui il Consiglio d’Amministrazione della Sigi si riunirà per discutere del futuro della società rossazzurra, che rischierebbe così di scomparire a campionato ancora in corso.

Uno smacco, quello della messa in mora, che la città di Catania, emotivamente attaccata ai colori rossazzurri, considerati come un patrimonio storico di valore inestimabile e paragonabile per importanza all’Etna e a Sant’Agata. L’eventualità che questa città possa restare almeno fino ad agosto del prossimo anno senza una società calcistica che la rappresenta preoccupa e non poco addetti ai lavori e tifosi, privati così di un qualcosa che nel fine settimana diventa di vitale importanza, soprattutto per distrarsi dalle fatiche lavorative che durante la settimana mettono a dura prova l’aspetto psicologico di ognuno di loro.

Adesso si chiede per l’ennesima volta chiarezza ai vertici della Sigi, la società che gestisce il club rossazzurro, per capire quali siano realmente le loro intenzioni e per vedere dove vogliono portare questa città da un punto di vista calcistico, data l’assenza quasi cronica di un vero e proprio piano industriale che avrebbe dovuto portare il club rossazzurro ai livelli calcistici che gli competono. In città si sente qualcuno che rimpiange Antonino Pulvirenti, protagonista degli otto anni consecutivi di Serie A e dello scandalo Treni del Gol, che ha portato la società etnea a rivedere la Serie C dopo 13 anni di assenza.

Infine bisogna chiedersi anche se questa notizia della messa in mora della società porti i vertici della Sigi a ragionare e ad agire in tempo per evitare guai peggiori di quelli che già si stanno vivendo attualmente. Se li porta insomma a svegliarsi.

Catania messa in mora dai tesserati

Attraverso una nota diffusa  dall’AIC, i calciatori del Catania hanno stabilito quanto segue:

I calciatori professionisti attualmente tesserati per il Calcio Catania S.p.a., tramite l’AIC, intendono rappresentare quanto segue. Pur avendo confidato nelle rassicurazioni rese pubblicamente e in privato, a oggi la Società ha corrisposto esclusivamente le mensilità di luglio 2021.
Ciò sta comportando grandi difficoltà economiche, non consentendo a molti tesserati di far fronte alle ordinarie spese familiari, con seri danni personali.
Tralasciando tale aspetto, si deve, in ogni caso, sottolineare che l’attuale situazione sta rischiando di compromettere gravemente l’intera stagione sportiva, a causa dell’applicazione di pesanti penalizzazioni che verranno inflitte a seguito di tali inadempimenti.
La situazione è purtroppo aggravata dal fatto che, alla data odierna, non solo non sono state rispettate le scadenze relative ai pagamenti della stagione sportiva in corso, ma restano ancora impagate retribuzioni relative al campionato 2020/2021.
A questo punto, stante l’insostenibilità del contesto, la squadra ha deciso di mettere formalmente in mora la Società al pagamento delle retribuzioni dovute, con l’assistenza dell’Assocalciatori e nelle forme previste dall’art. 17 dell’Accordo Collettivo AIC – Lega Pro – FIGC.
È una scelta che ci rammarica fortemente e che avremmo preferito evitare, ma si tratta di un atto necessario, non solo in quanto finalizzato alla salvaguardia dei nostri diritti, ma anche per garantire al Catania una prosecuzione ordinaria della stagione sportiva anche a tutela del titolo sportivo del Club.
Riteniamo, pertanto, giusto e corretto che la Città sia messa al corrente di tale nostra scelta e siamo certi che la stessa sarà ben compresa da tutti i tifosi del nostro glorioso club, con i quali condividiamo le medesime sofferenze
“.

(foto: Davide Anastasi)

Catania: nessun limite emozionale. Squadra-curva-squadra è “l’uno-due”

Limiti tecnici: tanti. Limiti emozionali: nessuno. Quel ping-pong d’amore contraccambiato, squadra-curva-squadra, con uno scambio in palleggio di fervidi sguardi “senza farsi” male, senza cercare il punto ma puntando alla felicità altrui, riconcilia con il calcio.

Catania aveva bisogno non tanto della vittoria sul campo ma di una prova d’orgoglio imbastita da undici leoni capaci di ruggire felini e, altresì, produrre flebili miagolii e spalancare occhioni dolci a fine partita dinanzi alla schiera di anime rossazzurre, in pena sì, ma ammaliati da cotanta umiltà e nobiltà d’animo.

Coraggio, abnegazione, professionalità, attaccamento alla maglia. I calciatori lasciano il manto del “Massimino” madidi di sudore, con i calzoncini infangati, la sabbia del drenaggio negli occhi e il ciuffo, per chi ce l’ha, arruffato e  scarmigliato.

Non è solo Moro a incantare con la sua possanza e suoi numeri da predestinato. E’ Rosaia che fa legna come un antico falegname, caricandosi sulle spalle macigni che schiaccerebbero Golia fungendo da schermo e da apripista alla manovra etnea; è Zanchi che percorre la fascia sinistra arandola per bene e facendo allegramente a sportellate con gli avversari; è Greco che lotta su ogni pallone come se fosse l’ultimo della sua vita prima dell’addio al calcio (per fortuna è giovanissimo!).

Negli occhi della tigre di Francesco Baldini, ci identifichiamo tutti. Elefanti feriti ma stoicamente in piedi, caracollanti ma fieri, indomiti e refrattari a tirare i remi in barca sfidando intemperie e maree di dubbi. Ci ricorderemo sempre di questa squadra, di questo gruppo. Grazie ragazzi! Comunque vada a finire.