Ricchiuti, momento amarcord: “Assomigliavo al Papu Gomez e a Insigne”

Il Catania si appresta a sfidare l’Acireale tra le mura amiche dello stadio “Angelo Massimino”. Ma un po’ di amarcord non fa mai male anzi forse proprio in questi momenti, quando siamo costretti a calarci nella realtà dilettantistica per riprenderci ciò che ci spetta, ricordare chi siamo stati aiuta a puntare in alto, subito, nel più breve arco temporale possibile.

L’intervista concessa da Adrian Ricchiuti ai microfoni di ilsognonelcuore.com, riporta alla mente un grande Catania, quello targato Buenos Aires e dintorni:

A Catania ho fatto il mediano e poi la seconda punta. Il Papu Gomez e Insigne mi assomigliavano tanto, calciatori i quali puntavano maggiormente l’uomo e poi lo saltavano. Forse anche Mertens.

Mi sarebbe piaciuto giocare con un calciatore come Osimhen. A me piaceva mandare in gol gli avversari, sarebbe stato perfetto per le mie intenzioni. È molto forte fisicamente ed ha una grande velocità. Ad oggi il Napoli è una macchina perfetta e si sta trovando alla grande in questo sistema”.

 

(foto: goal.com)

“Massimino” – Oggi si decide su ampliamento. Attesi più di 15mila spettatori

L’estratto del pezzo pubblicato stamani su “La Gazzetta dello Sport” si focalizza sulla possibilità dell’ampliamento di capienza al “Massimino” (si deciderà oggi, ndr), e sull’afflusso allo stadio dei tifosi rossazzurri in occasione di Catania-Acireale:

“Al pomeriggio di emozioni, sostegno e di vittorie conquistate senza perdere punti per strada parteciperanno in tanti. Catania-Acireale, al Massimino, sarà molto più di un confronto tra vicine di casa. E, allora, i dati della prevendita confermano la febbre da primato che coinvolge la città intera.

Oltre il muro dei 15 mila A parte i quasi 12 mila abbonati, le cifre della prevendita al dettaglio, cominciata mercoledì pomeriggio sono importanti: ieri mattina erano quasi mille i biglietti singoli acquistati, in serata si è arrivati a 1550. Si andrà oltre il muro delle 15 mila presenze e tutte di marca etnea, visto che i tifosi dell’Acireale non sono stati ammessi alla gara di domenica. I due settori di curva sono praticamente quasi sold out, anche la tribuna B si sta rapidamente riempiendo.

Ampliamento Oggi la commissione di vigilanza si riunirà per valutare un ampliamento della capienza. Dei 20.800 posti disponibili, ne sono stati concessi 16.700, ma adesso il Catania Ssd potrebbe beneficiare di altro spazio, in modo da poter mettere sul mercato un numero superiore di biglietti al dettaglio. Ieri l’altro si era svolto un primo sopralluogo all’interno dei vari settori dello stadio e sembra esserci la possibilità per aumentare i posti a sedere per i tifosi etnei”.

(foto:calciocatania.it)

Verso Catania-Acireale: tifosi di acesi sui social: “Date l’anima”
Che per i tifosi acesi sia la “partita della vita” è poco ma sicuro. Chi affronta il Catania lo fa sempre con un piglio diverso e con una carica agonistica senza eguali nelle altre partite di campionato. Ma per l’Acireale, una cittadina a 12 chilometri dal capoluogo etneo con una popolazione che supera i 50.000 abitanti, è molto più di una partita contro la capolista più blasonata dei nove gironi dilettantistici: è un derby.
 
A testimonianza del trasporto e dell’emozione che aleggia sui tifosi acesi abbiamo selezionato alcuni commenti sulla pagina Facebook ufficiale dell’Acireale Calcio:
 
“Forza ragazzi… un’intera città vi seguirà col cuore….date l’anima.
Forza Acireale”;
 
“Domenica saremo ancora più vicini a voi con il cuore e il pensiero… forza ragazzi
Fateci questo regalo….come a Palermo!!!!”;
 
“LOTTATE PER UNA CITTÀ INTERA.
FORZA RAGAZZI”;
 
“Fate Vedere Di Ché Pasta Siete Forza Acireale”.
 
Indi per cui, i nostri ragazzi dovranno sfoderare una prestazione maiuscola per spegnere l’entusiasmo dell’ambiente acese, acuito dal divieto d’accesso ai tifosi ospiti stabilito inderogabilmente dal Prefetto di Catania per motivi di ordine pubblico. I tifosi del Catania, dal canto loro, dovranno sopperire all’assenza forzata dei supporters residenti negli “Aci”, relegati sul divano da un prefisso. Forza Catania! Ogni partita, questa in particolare, è da affrontare con il coltello tra i denti. Per loro è partita della vita, per noi, vincere significa nuova vita.
 
(foto: facebook.com)
Mood in campo – due realtà calcistiche diverse e divise da un’accesa rivalità

Mood in campo” è la nuova rubrica targata Catania Mood che vi accompagnerà settimanalmente all’interno della quale troverete analisi sullo stato di forma e sulle condizioni dei vari avversari, ma anche aspetti legati principalmente alla nostra squadra del cuore. 

Siamo giunti alla tredicesima giornata di serie D girone I, e il big match di giornata è sicuramente rappresentato dal derby etneo tra Catania e Acireale, in programma domenica 27 novembre alle ore 14:30 allo stadio “Angelo Massimino”. 

I giorni precedenti al match sono stati caratterizzati dalla polemica scaturita in seguito alla decisione del Prefetto di Catania di vietare l’accesso al settore ospiti dell’impianto rossazzurro ai tifosi dell’Acireale e a tutti coloro che risiedono all’interno dell’agglomerato urbano etneo compreso tra le due città.

Catania-Acireale è una sfida che manca dal 1993 in occasione del pareggio a reti bianche tra le due compagini che si sfidarono al vecchio “Cibali”. Dopo quasi trent’anni di distanza, le due squadre tornano ad affrontarsi per in una sfida che vede di fronte due città divise da un’accesa rivalità. 

Il Catania con i suoi 32 punti conquistati, guarda tutti dall’alto della classifica tentando una piccola fuga dalla seconda (Lamezia), ed è reduce proprio dal pareggio per 1-1 in casa dei calabresi lametini. Un pareggio che è servito principalmente per mantenere invariato il distacco con i gialloblù che continuano ad avere questo gap di 10 punti. I rossazzurri si preparano alla sfida di domenica cercando di ottenere il massimo risultato possibile: ottenere i tre punti davanti al proprio pubblico. Possibile chance per Giuseppe Giovinco che sta lavorando duramente negli allenamenti per tentare di convincere mister Ferraro a contare su di lui. In attacco solita staffetta tra Sarao e Jefferson, la difesa dovrebbe essere confermata, con Boccia sulla corsia di sinistra, in mezzo al campo invece, il tecnico campano potrebbe riproporre dal primo minuto Marco Palermo, con Lodi pronto a subentrare. 

Gli ospiti granata arrivano al match di domenica con forti motivazioni, soprattutto per tentare di sgambettare i rossazzurri nella loro cavalcata. Attualmente al quattordicesimo posto con 12 punti conquistati, i granata sono reduci dal pareggio a reti bianche contro la Vibonese di domenica scorsa, e in campionato non trovano i tre punti dal 9 ottobre in occasione della gara contro la Sancataldese a San Cataldo. L’altra vittoria acese risale al 5 ottobre, sempre lontano dalle mura amiche ma questa volta contro il Castrovillari. La sfida contro il Catania diventa dunque un match da dentro o fuori che potrebbe indirizzare questa prima parte di stagione non proprio fortunata. 

 

Catania Servizi Srl: tra i sei indagati anche un attuale dirigente

E’ rimbalzata ieri la notizia sui sei indagati della Catania Servizi Srl, riportata dalla testata giornalistica www.livesicilia.it. 

Ne riportiamo uno stralcio significativo:

“Tutti facenti parte della società che gestiva il centro sportivo di Torre del Grifo a Mascalucia, ovvero la “Calcio Catania Servizi Srl”. Parliamo di una società fallita nel settembre del 2020.
L’indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, condotta dal pm Fabio Regolo, eseguita dalla Guardia di Finanza.

A tutti e sei gli indagati è stato notificato l’avviso di conclusione indagine.
Nello specifico a Giovanni Luca Rosario Astorina, Antonio Carbone, Giuseppe Di Natale, Alessandro Gabriele Failla Giuseppe Franchina e Pietro Lo Monaco viene contestato di aver “cagionato o comunque aggravato per effetto di operazioni dolose il dissesto della società che versava in una situazione di conclamata antieconomicità della gestione caratteristica fin dalla costituzione, con perdite sempre crescenti e un evidente squilibrio finanziario costante per tutto il periodo”.

(foto: blogisicilia.it)

settore ospiti
Protesta degli acesi: “Troppo facile lavarsene le mani alla Ponzio Pilato!”

L’imprenditore Nino Nicotra, ex sindaco di Acireale e assessore provinciale, ha rilasciato alcune dichiarazioni dopo la decisione del Prefetto di vietare l’accesso allo stadio “Massimino” ai tifosi acesi

«Lavarsene le mani alla Ponzio Pilato, vietando agli acesi di assistere alla gara, ritengo sia troppo facile. Riconosco la difficoltà per gli enti e organismi preposti a governare l’ordine pubblico, tale insidia però, non deve prevalere rispetto alla volontà degli sportivi», riporta “La Gazzetta dello Sport” stamani.

Nino Garozzo, noto ex radiocronista aggiunge:

«È una misura straordinaria, non può diventare la regola, altrimenti tanto vale cancellare i campionati, demolire gli stadi e giocare con la PlayStation».

Si accoda alla medesima linea di pensiero l’avvocato Enzo Di Mauro::

«Acesi e catanesi passano gran parte del tempo a stretto contatto, così avrebbero potuto fare anche domenica. La presunta tutela dell’ordine pubblico limita sempre più il diritto costituzionale di muoversi liberamente, preferendo la comoda scorciatoia del divieto a tutti per limitare pochi possibili facinorosi.

Se non si è in grado di garantire l’ordine pubblico per la presenza di qualche centinaio di spettatori ospiti, è la fine. Norma giusta per casi eccezionali, sempre più abusata nel suo utilizzo».

Francesco Rapisarda: “Sto vivendo un sogno, da catanese le emozioni si moltiplicano”

Vi proponiamo un consistente stralcio dell’intervista realizzata da “La Gazzetta dello Sport” stamani al terzino destro del Catania, Francesco Rapisarda dal Pigno. Riduttivo definirlo “terzino”, in altri tempi lo avremmo definito “fluidificante”, capace di arare il campo per 80 metri, dalla retroguardia e fino in fondo nella corsia offensiva:

Per noi, come per i sostenitori, ogni partita riveste un’importanza strategica assoluta, la viviamo sempre allo stesso modo. Con intensità. Dobbiamo cercare la vittoria e in questo senso tutte le sfide sono uguali. L’Acireale non sarà facile da affrontare. Conosco l’allenatore che ha un ottimo metodo. Noi ci stiamo allenando per trovare le contromosse e arrivare al risultato pieno.

Non mi aspettavo una partenza sprint, ma questo non servirà a farci abbassare la guardia. Le insidie sono continue, bisogna tenere alta la concentrazione e vincere per raggiungere il nostro obbiettivo.

A Lamezia? Giochiamo sempre per vincere, il pari ci soddisfa ma abbiamo cercato di spuntarla. Eravamo riusciti a passare in vantaggio e per questo è rimasto un po’ di rammarico. Il punto serve a dimostrare che siamo sempre ambiziosi e determinati.

Domenica “Massimino” stracolmo? Sappiamo che in casa c’è sempre lo stadio stracolmo e questo particolare ci spinge ad allontanare la fatica che potrebbe affiorare anche su campi pesanti. Le sensazioni che provo prima di entrare in campo sono indescrivibili. Da catanese le emozioni si moltiplicano, spero che questi momenti possano ripetersi e diventare decisivi da qui a fine stagione.

Non ho mai giocato nel Catania nell’ambito della prima squadra. Sto vivendo un sogno, il pensiero che qualcuno possa fermarmi per strada per incitarci e parlare del campionato mi lusinga perché ci sentiamo coinvolti da un sentimento popolare forte”.

(foto: catania ssd)

Catania, Sarao-Jefferson sano dualismo in attesa di Litteri

Quello tra Sarao e Jefferson è sicuramente un sano dualismo che può fare solo bene alla squadra. I due attaccanti del Catania vivono un momento diametralmente opposto in termini di marcature, dato che svolgono due compiti totalmente differenti. 

In questa prima parte di stagione, abbiamo visto come mister Ferraro abbia puntato sull’attaccante milanese il quale diverse volte è stato inserito nell’undici titolare, per poi far subentrare a partita in corso l’esperto attaccante brasiliano. 

L’aspetto su cui bisogna concentrarsi è sicuramente la funzione o meglio, il compito che il mister campano affida ai due centravanti. Sarao diventa un elemento utile per far stancare i difensori avversari, tramite sportellate o duelli necessari per la protezione di palla, allo stesso tempo, il numero 99 etneo viene più volte cercato per giocare di sponda, sia palla a terra, sia con palle alte, rappresentando una vera e propria torre in grado di trovare i compagni che agiscono normalmente sulle fasce. 

Jefferson è invece un attaccante più dinamico in grado di concretizzare le occasioni da gol grazie ai numerosi spazi che riesce a trovare sfruttando dunque la stanchezza avversaria. Il dinamismo è certamente una caratteristica non solo tecnica ma anche biografica del numero 79 etneo essendo nativo di San Paolo in Brasile, e questo suo aspetto “verdeoro” sta sempre più venendo fuori, facendo divertire sia sul campo che fuori i tifosi rossazzurri.

Le statistiche del momento parlano chiaro, 7 gol siglati per Jefferson contro le tre marcature di Sarao. Come si è visto, i due attaccanti sono indispensabili per la squadra, dato che si completano l’uno con l’altro, restando in attesa dell’altro centravanti, grande assente in questa prima parte di stagione, Gianluca Litteri. 

(Foto. Catania SSD)

Michele Ferrara: “Catania ha un tifo di altre categorie”

Il difensore centrale del Catania, Michele Ferrara, 29 anni, ha rilasciato alcune dichiarazioni ieri, riprese stamani da: “La Gazzetta dello Sport”:

“Ed è stato gratificante entrare in corsa in una sfida non semplice. Mi sono fatto trovare pronto e adesso spero di intensificare le presenze in campo.

Conosco la categoria, Catania ha un tifo di altre categorie e una organizzazione di livello assoluto. Siamo un gruppo stupendo: collaboriamo intensamente senza concorrenze sleali. Siamo felici di soddisfare le aspettative della città”.

(foto: catania ssd)

Catania
Anticipo del “Carnevale di Acireale” ma non è uno scherzo: se abiti ad Aci Castello, niente stadio

La decisione del Prefetto di Catania di vietare l’accesso al Settore Ospiti dello stadio “Angelo Massimino” ai tifosi dell’Acireale per questioni di ordine pubblico, ha scatenato un putiferio mediatico, a nostro modo di vedere, più che legittimo.

Ora, senza entrare nel merito della decisione perché siamo solo tifosi che si occupano di informazione e non abbiamo né la posizione né gli strumenti né le conoscenze adeguate per sostituirci alle istituzioni, ci limitiamo a invitare alla riflessione i nostri lettori, citando il post dell’avvocato Giuseppe Rapisarda che, come spesso accade, sintetizza alla perfezione la querelle, concentrando la dissertazione sulla questione “agglomerato urbano etneo” che forse è sfuggita al Prefetto in maniera ingiustificata. Non dimentichiamo che la città di Catania, è costellata da centri demograficamente minori, limitrofi e contigui, che la rendono nucleo centrale di un’area urbana molto più estesa in cui vivono regolarmente da decenni  centinaia di migliaia di catanesi.

Come l’amore impossibile tra Aci, figlio di Fauno e pastore di pecore, e Galatea, ninfa delle Nereidi, anche i cittadini catanesi che amano il Catania non potranno sublimare il loro sentimento alla luce del “Massimino”,  a causa di un certificato di residenza menzognero sulle loro radici, di pochi chilometri, quando basta per lasciarsi schiacciare dal masso scagliato da Polifemo.

L’AVVOCATO RAPISARDA

“Se la proibizione di accesso riguarda i residenti di Trezza, Aci Castello o Aci Sant’Antonio per citare tre realtà urbane che sono casa nostra, nostro cuore e di fatto estensioni di Catania stessa, confesso che perdo il filo della logica, della conducenza e del buon senso e non solo.

Si smarrisce Il parametro della conformità di quanto adottato al rispetto stesso addirittura dei principi costituzionali. Con esso la ratio, il fondamento base di una decisione che non può contrastare mai ed in ogni caso, pertanto, con i principi elementari, di base, che presiedono il nostro ordinamento normativo in materia di libertà di movimento e della soglia di pericolo che può giustificare in assenza di reati misure interdittive alle libertà individuali.

Se davvero un castellese o un residente della cintura costiera a ridosso di Catania, un abitante di Aci Catena, di fatto siamo sempre a Catania stessa, non scherziamo, non può accedere nei restanti settori dello stadio, non saremmo più di fronte al semplice, per quanto mai gradito, divieto di trasferta, ma ad una misura tanto grave giuridicamente quanto sciocca e francamente ignorante in senso letterale della geografia etnea e della mobilità quotidiana del nostro territorio.

Noi Catanesi in maggioranza assoluta abbiamo smesso di risiedere in città, stretto senso intesa, dagli anni 60/70 (oggi contiamo meno di 300mila abitanti, negli anni ’70 471mila, ndr). Stiamo in maggioranza nei paesi che senza soluzione di continuità portano a Catania. Dalla fascia costiera e su quella etnea. Come è noto io, ad esempio, sono un abitante di Tremestieri Etneo che fa va e vieni più volte al giorno con Catania. Come me migliaia e migliaia di persone da tutti i paesi e paesini abitati molto più da catanesi che autoctoni originari. Vale per Gravina, Mascalucia come vale per Aci Bonaccorsi o Aci Catena e dintorni. Il flusso di macchine nelle ore di punta, è noto a tutti, verso Catania è da nevrosi ordinaria.
Non può non sapere tutto ciò il Prefetto. Non può non conoscere questa imponente realtà territoriale che ha fatto dei paesi tutto intorno, abitati in gran parte da catanesi, una mera estensione di Catania stessa.
Pertanto, sul punto, si riveda o si chiarisca il provvedimento da subito”.